L’orgoglio ci fa perdere il senso del limite
Mi sto occupando in questo periodo di un concetto molto interessante e attuale, il concetto di “hubrys“, che nella cultura greca antica indicava la tracotanza, la supponenza dell’uomo che, mancante del senso del suo limite, crede di potere tutto. Molto attuale, dicevo, facile pensare a certi uomini politici… Ma trovo interessante calare questo concetto nel nostro piccolo mondo individuale, fatto di relazioni e anche di conflitti. Umano volersi affermare, se non primeggiare, ma quante volte perdiamo di vista il più grande orizzonte in cui siamo collocati? Non si tratta di annullare l’io ma di non dimenticare che il suo potere è connesso con un Potere più grande, che ognuno di noi può intendere come crede.
Dal mio punto di vista, perdere il senso del limite significa perdere il senso di connessione. Le eccessive divisioni e separazioni, i confini, gli orticelli sempre più piccoli, di cui ci sentiamo padroni, sono segni di quanto fatichiamo a sentirci parte di un disegno più grande, che va rispettato, anche se non sempre compreso. Allo stesso modo le vittorie che inseguiamo a tutti i costi, ostinandoci e impuntandoci, tanto da ammalarci se le cose non vanno come sperato, contribuiscono a caricare la nostra vita di ansie.
Dunque, solo recuperando il senso del limite e la connessione con il Tutto di cui siamo parte, potremo toccare la nostra vera grandezza.