Avere coraggio non significa non sentire la paura, anzi.
Ne ho fatto esperienza di recente. Attraversare le emozioni è l’unico modo per affrontarle e far sì che diventino un altro strato di pelle. Questo è stato per me il volo dell’angelo a Castelmezzano. A circa 800 metri da terra, assicurata ad un cavo d’acciaio, dritta come un fuso, per un tragitto di un chilometro e mezzo. Fino alla punta di Pietrapertosa e ritorno. Lasciarsi andare, avere fiducia, staccare i piedi da terra e sorvolare il paesaggio incantevole delle Dolomiti Lucane, nel silenzio e nel vento: un’impresa insolita e non necessaria.
Nel primo tratto ho sentito la paura, non prima ma durante il volo, tanto che ho chiuso gli occhi all’arrivo, sottraendomi (almeno con la vista) all’impatto sul corpo della frenata. Nel secondo tratto, da Pietrapertosa a Castelmezzano, ho sentito bene la paura dell’altezza, della velocità e dell’arrivo in frenata, me li aspettavo, ma mi sono divertita molto di più e non ho chiuso gli occhi, mai! Sentire la paura mi ha permesso di sentire il coraggio, cioè di sentire il mio cuore, e di goderne e riderne!
Il corpo è un alleato prezioso, se lo sappiamo ascoltare e ringraziare per tutto il “sentire” a cui ci consente di accedere e che non smette di meravigliarci.