Il modo di raccontare la storia
Non c’è periodo più adatto a parlare di Storia e storie e di memoria e futuro.
Il modo in cui ci raccontiamo il passato, il senso che diamo agli eventi trascorsi, influisce sul presente che viviamo ma anche sul futuro che ci immaginiamo. Credo che questo sia vero all’interno delle nostre piccole storie, come nella cornice della più grande Storia di cui facciamo parte. Le azioni presenti contribuiscono a definire il passato. Aspettative e progetti definiscono le nostre azioni presenti.
Ricordare è importante perché aiuta a comprendere. Perdere la memoria fa sentire persi, fa vacillare l’identità. Nello stesso tempo anche restare schiavi di ciò che è stato, può impedire di progredire, può trattenere dall’avanzare.
Quello tra passato, presente e futuro è un anello autoriflessivo in cui passato, presente e futuro si influenzano a vicenda (Boscolo e Bertrando, 1993). Un circuito ricorsivo, non rigido quindi. Il passato non è solo alle nostre spalle, ma è qui, nelle nostre idee, nei nostri cambiamenti, nella lettura che diamo agli eventi, nei nostri desideri. Occorre maneggiarlo, ripercorrerlo, attraversarlo, rinarrarlo, scoprire nuovi significati.
Questo è quello che continuo a fare nel percorso di conoscenza di me, cercando di mantenere l’apertura necessaria ad accogliere nuove trame.
Questo è il motivo per cui la memoria va onorata, non come fissazione ma come stimolo.
Per poter riscrivere la storia e la Storia.