La lettura del piccolo libro di Vito Mancuso mi suggerisce riflessioni.
Interessante che la parola “senso” si possa intendere nelle sue tre accezioni: significato, sapore e direzione.
Bello poi che il senso si possa trovare dentro di sé, nel proprio spazio vuoto interno, nel cuore dentro al cuore, ma nello stesso tempo stia nella relazione con quello che c’è fuori e al di sopra di sé.
Tutto è relazione, la Vita è relazione e anche il Senso si può trovare in ciò che ci fa sentire connessi, collegati, appartenenti. Basti pensare a quanta sofferenza nasca dal sentirsi esclusi, isolati, rifiutati. Conosciamo tutti, credo, situazioni di questo tipo e se le abbiamo superate è perché da qualche parte la Vita e la Natura hanno avuto la meglio nel farci sentire a loro appartenenti, perché loro creature, fortemente volute.
Sono convinta che il sapore della vita vada coltivato e affinato. Come un sommelier deve allenare il palato a distinguere e riconoscere le sfumature di tutte le essenze, così dovremmo collezionare e catalogare le nostre esperienze, in modo da orientarci nella direzione da prendere.
La ricerca del significato ci fa umani. Iniziamo da molto piccoli a chiederci: perché? Le domande si moltiplicano, la ricerca è personale e richiede impegno.
La mia sensazione è che la strada sia quella della semplicità, la più difficile. E’ come dover attraversare il caos infernale di un mercato colmo di gente festante per poter cercare e assaporare il silenzio.
Un silenzio che non è assenza ma misteriosa presenza.